La tradizione della Befana oggi. Gennaio 2023
E’ iniziato l’anno 2023 e, dopo il Capodanno, subito arriva l’ultima festività del periodo natalizio: la festa della Befana. Ma qual è il significato dell’Epifania?
Nella tradizione cristiana, la ricorrenza della befana è legata anche alle figure dei Re Magi. Il 6 gennaio infatti è data in cui si colloca la visita dei re Magi a Gesù bambino in Betlemme.
L'origine della festa della Befana deriva da riti pagani, risalenti al X-VI secolo a.C., legati ai cicli stagionali dell'agricoltura, secondo il culto di Mitra e culti celtici similari, ereditati poi in parte dai Romani.
Si credeva che nelle dodici notti successive al solstizio d'inverno, in un periodo dedicato alle celebrazioni per la rinascita della natura, misteriose figure femminili volassero sui campi per propiziare la fertilità dei futuri raccolti, guidate da Diana (dea lunare della caccia e della vegetazione) o da Sàtia (dea della sazietà). Che la Befana sia stata, nel tempo, assimilata a una strega dipende dal fatto che la Chiesa, a partire dal IV secolo d.C. , condannò tutta la simbologia pagana, compresi i miti da cui deriverebbe la narrazione della Befana che vien di notte a cavallo di un manico di scopa. Di origine pagana è anche l'usanza di bruciare fantocci vestiti di stracci nelle festività di inizio anno, diffusa in molte città d'Italia e d'Europa a rappresentare il vecchio anno ormai finito, mentre la scopa sarebbe un simbolo di purificazione, pulizia e rinascita. L'abitudine di consegnare regali o carbone ai bambini sarebbe invece legata alla divinità romana di Strenia (da cui deriva il termine "strenna"), simbolo del nuovo anno, celebrata scambiando doni augurali durante le festività dei Saturnali.
Le tradizioni cambiano nello spazio, di paese in paese, ma anche nel corso del tempo, a seconda delle società che le propongono. Così ad esempio in Italia durante il ventennio fascista la Befana diventò una festività di beneficenza in favore dell'infanzia delle classi meno abbienti e fu definita “Befana fascista” e poi “Natale del Duce”.
Ma cosa si festeggia esattamente il 6 gennaio? Chi erano i Re Magi e cosa c'entrano con la vecchietta che porta i doni ai bambini volando su una scopa? Nella tradizione cristiana l’Epifania si colloca 12 giorni dopo il Natale e mette fine alle feste dell'inverno, come ricorda il detto popolare “Quando arriva Epifania, tutte le feste porta via”.
Non in tutto il mondo però l’Epifania è il 6 gennaio: per le Chiese ortodosse, che seguono il calendario giuliano, cade il 19 gennaio (e il Natale è il 7 gennaio).
L'Epifania liturgicamente è la festa della rivelazione di Gesù come Dio. La parola stessa "Epifania" è una parola greca che significa “apparizione”, “manifestazione divina”. La Chiesa cattolica associa l’Epifania all’adorazione dei Magi arrivati da Oriente con i loro doni a rendere omaggio al bambino Gesù, figlio di Dio. In realtà non erano Re, ma Magi, cioè uomini sapienti che interpretavano i sogni e studiavano gli astri. Non è neppure accertato che fossero in tre, né che seguissero una cometa. I re Magi sono avvolti da un leggendario mistero e di loro si racconta solo nel Vangelo di Matteo, testo che nei secoli è stato arricchito da numerose variazioni.
Nel Vangelo non si fa riferimento al numero dei Magi, né ai loro nomi, Melchiorre, Baldassarre e Gaspare. Si citano invece i doni: l'oro, simbolo di regalità, l’incenso, ornamento della divinità, e la mirra, resina aromatica usata nell’antico Egitto per le imbalsamazioni, presagio del sacrificio di Gesù sulla Croce.
Anche la cometa fu un’aggiunta della tradizione, mentre nel Vangelo di Matteo si parla genericamente di una stella. Quanto al termine “Magi”, indicava i sacerdoti persiani dello zoroastrismo (religione preislamica diffusa nell’Asia centrale), a cui i Greci attribuivano doti di astrologi e indovini.
La Befana, come i Magi, reca doni e nel folklore italiano è ritratta con le sembianze di una strega con addosso uno scialle nero e i vestiti rattoppati. La mitica vecchia volante ha la gobba e il naso adunco, capelli bianchi spettinati, pochi denti, piedi abnormi e scarpe rotte ed entra nelle case dei bambini attraverso il camino (o dalla finestra), portando un sacco o un cesto pieno di caramelle e regali, per riempire le calze di dolciumi e giocattoli per chi si è comportato bene. Mentre per i bambini che sono stati “cattivi” dovrebbe riempire le calze con del carbone. Ma in realtà, siccome i bambini sono tutti buoni, a parte qualche capriccio o qualche comportamento non corretto, nessuno trova il carbone nella calza, se non quello di zucchero, che la Befana ogni tanto lascia ai piccoli per scherzo, perché non è una strega malvagia, ma una vecchina generosa.
Abbondano le storielle e le filastrocche sul personaggio della Befana. La più famosa dice:
«Oh Befana Befanina
Fai ben piena la calzina!
Non badare ai capriccetti
Porta bambole e confetti!»
«La Befana vien di notte
con le scarpe tutte rotte
con le toppe alla sottana
viva viva la Befana!»
Anche il 6 gennaio di quest’anno, mentre i Re Magi fanno la loro comparsa nel presepe, la Befana torna a presentarsi ad un immaginario collettivo che si figura doni per i bambini e “cose buone” per tutti. E noi vorremmo che nel sacco della Vecchina quest’anno ci fossero in dono nuove promesse per l’Umanità: non più guerre e sofferenza, non più armi e povertà, ma vera saggezza da distribuire a tutti, specialmente ai potenti della Terra, per un futuro migliore e un buon 2023.
Da Associazione culturale Tempo e Spazio
Auguri e Buon Anno a tutti!