Ecologia: riserva di acqua dolce sulla Terra. Quanta ne resta? Dicembre 2022
E’ ormai chiaro a tutti che l'azione dell'uomo sulle falde acquifere sta causando gravi danni, che possono diventare disastri ambientali e umanitari, perché senza acqua non c’è vita! Sappiamo che il ciclo dell’acqua si autoalimenta e che, se per qualche ragione l’acqua diminuisce, il clima varia conseguentemente, scatenando eventi estremi, aumento delle temperature e cambiamenti idro-geografici catastrofici.
Di fatto la forte richiesta di acqua per scopi agricoli, per l’allevamento del bestiame, per l’industria e per le necessità dei grandi agglomerati urbani, sta esaurendo le riserve acquifere.
La distribuzione e la quantità di acqua nella crosta terrestre, soprattutto nella zona vicina alla superficie che accoglie le falde acquifere, oggi è preoccupante: molte falde infatti si stanno prosciugando e ci sono diverse aree del pianeta dove la situazione è ormai molto critica.
In India settentrionale e orientale, in Medio Oriente, in Australia e in vaste zone degli Stati Uniti ci sono macroregioni in cui l'uso eccessivo delle risorse idriche ha causato forte diminuzione di disponibilità di acqua dolce.
In India,ad esempio le acque sotterranee sono sfruttate per le colture, e questo causa la rapida riduzione della risorsa idrica, mentre le piogge non riescono a "ricaricare" le falde. Lo stesso accade nel bacino idrico tra il Tigri e l’Eufrate: l’acqua è prelevata tramite dighe per le colture di vaste zone aride e ciò causa grave siccità a valle.
In una regione della Cina nord-occidentale per alimentare attività industriali e agricole si sta verificando una grave diminuzione dei livelli di acqua di falda. Il mar Caspio allo stesso modo si sta riducendo anno dopo anno, a causa dello sfruttamento idrico antropico, esattamente come è accaduto all’ex mare d'Aral, dove l'abuso dei prelievi ha portato alla scomparsa dell'acqua.
Gli studi scientifici condotti attraverso l’uso dei satelliti hanno anche dimostrato che le zone umide del pianeta stanno diventando ancora più umide, mentre le zone più aride si stanno sempre più desertificando e proprio in queste zone le falde acquifere sono ormai prossime all'esaurimento. Si stima che senza più prelevare acqua dalle falde, con le sole precipitazioni sarebbero necessari 6000 anni per tornare a rimpiazzare le riserve d’acqua precedenti allo sviluppo industriale del secolo scorso.
E’ dunque importante che l’uomo vada verso un modello di vita e di sviluppo sostenibile, con grande attenzione al risparmio e al recupero idrico, specialmente a livello industriale. Andranno privilegiate le colture meno idrovore, dovranno diminuire gli allevamenti di bestiame e, anche a livello individuale, si dovrà porre attenzione a non sprecare l’acqua, bene prezioso e indispensabile. Per quanto riguarda la nostra nazione, purtroppo dobbiamo rilevare questo dato: l'Italia è il secondo Paese al mondo, dopo gli USA, per volume di acqua dolce utilizzata, con 2.232 metri cubi di acqua dolce l'anno pro capite. Ovviamente questo calcolo si riferisce non soltanto all'acqua che beviamo o facciamo scorrere dal rubinetto, ma anche a quella che serve a produrre il cibo che mangiamo, o gli abiti che indossiamo ecc., nelle varie fasi della produzione dei beni. La società industriale di ogni Paese dovrà sostenere la ricerca di nuove tecnologie per il massimo recupero idrico, in modo da ridurre il consumo totale. Un'attenzione speciale si dovrà rivolgere alla protezione del nostro habitat, attraverso la salvaguardia delle zone verdi e il rimboscamento di tutte quelle aree che sono state sfruttate in modo insensato, a cominciare dalle aree amazzoniche, grande polmone del globo terrestre e importante regolatore del ciclo dell'acqua. Le piante, l’acqua e la Natura tutta dovranno tornare ad occupare un posto di prim'ordine nella nostra cultura, nel nostro modo di pensare e di vivere. E i governi devono prendere in seria considerazione i risultati scientifici e agire con urgenza per preservare le risorse di acqua dolce del pianeta, per garantire un futuro all’umanità. Ora!
Per le imminenti feste natalizie non dimentichiamo chi sta soffrendo per la guerra ancora in atto o sta sperimentando difficoltà per l’attuale crisi. L’augurio che ci facciamo è che l’umanità rinsavisca:
No alla guerra!
Sì al rispetto per la Natura e per l’Uomo che ne è parte…
Da Associazione TeS - Tempo e Spazio
AUGURI e Buon Natale a tutti!