Vacanze ieri e oggi: villeggiatura e nuove esperienze. Luglio - Agosto 2025
In questo periodo di grande caldo e di eventi naturali estremi, in cui continuamente siamo raggiunti da cattive notizie per le disastrose guerre in atto in varie parti del mondo, vogliamo per un momento dimenticare ogni preoccupazione e pensare all’imminente periodo di vacanze a cui tanti di noi si stanno predisponendo con piacere e un po' di impazienza.
Qui in Europa, le vacanze sono oggi alla portata di tante persone che, soprattutto nei caldi mesi estivi, amano viaggiare per concedersi una pausa dalla solita routine, per vivere un periodo di riposo, oppure per andare incontro a esperienze nuove in ambienti diversi dal solito, in Italia o all’estero. Ma è sempre stato così? Certo l’abitudine di andare in vacanza ha radici molto lontane nella Storia, ma il significato e le modalità sono molto cambiati nel corso dei secoli.
Al tempo degli antichi Romani, la villeggiatura non era come la intendiamo oggi: gli aristocratici avevano delle ville fuori dalle città dove trascorrere il tempo libero, ma quelle residenze erano utilizzate principalmente per scopi produttivi, grazie al lavoro dei famigli e degli schiavi che facevano fruttare i terreni di pertinenza. Non si facevano le vacanze intese come periodi di riposo e la maggior parte della gente non aveva la possibilità di lasciare la propria abitazione per "divertirsi".
Nel Medioevo poi, la mobilità era estremamente limitata: la maggior parte delle persone viveva in villaggi e si viaggiava per compiere pellegrinaggi religiosi, cioè per motivi di fede, oppure per partecipare a guerre o per ragioni di commercio. Le classi nobili o aristocratiche, però, si ritiravano in castelli o tenute, per rimanere lontano dal caos cittadino, ma per lo più si trattava di villeggiature autunnali, per motivi di caccia o per seguire la vendemmia o altri tipi di raccolti.
Il concetto di villeggiatura cambia a partire dal Rinascimento, quando le classi più abbienti cominciano a spostarsi per un’intera stagione nelle campagne, sia per motivi di salute che per godere della bellezza della natura. Questo fenomeno diventa poi abitudine, con la creazione di residenze estive con ricchi giardini, simbolo di status sociale.
In particolare, tra i nobili e la borghesia emergente si instaura la consuetudine di trascorrere lunghi periodi fuori città, lontano dal caldo e dalle malattie che spesso infettavano le aree urbane durante l'estate: si veda ad esempio come, nel Decamerone del Boccaccio, un gruppo di giovani amici si riparano in una residenza di campagna fuori Firenze, per scampare all’epidemia di peste.
Soltanto nel XVII e XVIII secolo, si diffonde tra i ricchi la moda del Grand Tour: giovani aristocratici, soprattutto britannici, intraprendevano lunghi viaggi in Europa, alla ricerca di una formazione culturale e di una conoscenza diretta dei luoghi e delle opere d'arte, ma anche di svago.
L'Italia, la Francia e la Grecia divennero le principali destinazioni per questi viaggiatori, i quali passavano del tempo in città come Roma, Firenze, Venezia, Parigi e Atene. Così l’ideale della villeggiatura in luoghi di grande bellezza naturale e culturale cominciò a consolidarsi sempre più tra le persone in grado di permettersi il viaggio.
Nel XIX secolo con la Rivoluzione Industriale si verificò l'aumento della classe media e lo sviluppo delle infrastrutture del trasporto. La ferrovia rese i viaggi più accessibili e le vacanze non furono più solo un lusso per i nobili, ma diventarono possibili anche per le persone della borghesia e poi per le classi lavoratrici.
All'inizio del Novecento, le località balneari e le zone montane (come le Alpi) sono sempre più frequentate e le località termali diventano luoghi dedicati alla salute e al benessere.
Con l'introduzione dei periodi di ferie tra i diritti dei lavoratori, le vacanze estive diventano un fenomeno popolare. A partire dall’ultimo dopoguerra, con il miglioramento delle condizioni economiche e sociali, il turismo di massa si diffonde sempre più: le persone non solo si spostano verso il mare o la montagna, ma anche verso città d'arte, parchi naturali e altre nazioni. Non si tratta solo di riposarsi o di ricongiungersi ai propri parenti e familiari nei paesi di origine, ma anche di vivere nuove esperienze, uniche e personalizzate. Oggi la crescita dei viaggi d’avventura, del turismo sostenibile ed ecologico sta nuovamente cambiando il modo in cui le persone pensano e vivono le loro vacanze. Molti turisti evitano le mete tradizionali, cercando esperienze più intime, come soggiorni in agriturismi oppure cammini della fede. Si diffonde anche il concetto di vacanze attive (con escursionismo, cicloturismo, sport estremi), insieme a un crescente interesse per le "vacanze remote", in località isolate o non affollate.
Molte persone in Europa sono ormai abituate a considerare i periodi di vacanza come parte fondamentale della propria vita, ciascuno secondo le sue preferenze e il proprio modo di pensare se stessi in relazione al mondo.
Perciò auguriamo che queste prossime vacanze estive siano per ciascuno di voi le migliori possibili:
da Associazione Tempo e Spazio Buona Estate a tutti!