2015 anno della luce: parliamo di Einstein.
L'anno 2015 è stato proclamato dall’ONU Anno Mondiale della Luce
Una nuova interpretazione della struttura della luce, era l’argomento di un saggio di Einstein del 1905. Egli ipotizzò che la luce potesse agire come se consistesse di particelle di energia. Mostrò infatti che i quanti di luce, ovvero i pacchetti di energia, potevano spiegare i fenomeni studiati dai fisici, relativamente al comportamento e agli effetti dei raggi di luce. Un saggio scritto qualche mese dopo riguardava la teoria dell’energia cinetica considerando il calore come un effetto del movimento costante di atomi. Einstein completò poi queste teorie in un terzo saggio, nel quale elaborò la teoria della relatività speciale, basata su una nuova analisi del tempo e dello spazio.
In questa teoria è presente la celebre equazione E=mc2 (Energia =massa per velocità della luce al quadrato), destinata a rivoluzionare per sempre l’idea di relazione tra energia e materia. Essa stabilisce che massa ed energia possono trasformarsi l’una nell’altra, come avviene ad esempio nei decadimenti radioattivi o nelle reazioni nucleari. L’equazione E=mc2 dice anche che una piccolissima massa può trasformarsi in una enorme quantità di energia, dato che il fattore c2 ha un valore elevatissimo.
Questa teoria è stata la base dalla quale sono derivate altre importanti teorie, come quella dell’esistenza dei buchi neri, delle onde gravitazionali, della deviazione della luce vicino ad un corpo celeste. La teoria della relatività speciale, che inizialmente aveva destato molte perplessità tra i fisici accademici, è oggi universalmente accettata, potendo gli effetti sulle lunghezze e sugli intervalli di tempo essere osservati sia in natura che nei laboratori, dove particelle elementari sono accelerate a velocità vicine a quelle della luce (in tunnel acceleratori di particelle).
Einstein tendeva alla geometrizzazione della fisica: tutto poteva essere rappresentato da una formula. E fino alla sua morte cercò di elaborare una teoria unitaria dei campi, capace di unificare il campo gravitazionale con quello magnetico, senza però riuscirci.
Egli fu il primo globalizzatore delle scoperte scientifiche, in quanto credeva nella condivisione e comunicazione del sapere per il progresso scientifico a favore di tutta l’umanità, come evidenzia una sua celebre affermazione: «Il progresso della scienza presuppone la possibilità di comunicare senza alcuna restrizione tutti i risultati e tutti i punti di vista: questa libertà di comunicazione è indispensabile per lo sviluppo e la diffusione della conoscenza».
Pur comprendendo l'importanza delle sue teorie, Einstein ebbe però la consapevolezza che il cattivo uso delle scoperte scientifiche è un pericolo tremendo per l'intera umanità, e ciò lo indusse nel 1947 a scrivere alle Nazioni Unite per sollecitare la creazione di un governo politico responsabile della ricerca scientifica e tecnologica: «Siamo intrappolati in una situazione in cui la terribile insicurezza che regna nel nostro mondo minaccia oggi qualunque cittadino di qualunque paese, i suoi figli, e il suo lavoro di una vita. Il progresso dello sviluppo tecnologico non ha accresciuto la stabilità ed il benessere dell’umanità. A causa della nostra incapacità di risolvere il problema dell’organizzazione internazionale, esso ha di fatto acuito i pericoli che minacciano la pace e l’esistenza stessa dell’umanità».
Seppur indicato come "padre della bomba atomica", essendo stata l’equazione della relatività il punto di inizio per gli scienziati che giunsero alla realizzazione del primo ordigno nucleare, non si deve dimenticare che Einstein, ebreo per nascita e scampato all'olocausto, sostenne sempre la pace. Nel 1955 prima di morire compilò, insieme ad altri scienziati (tra cui sette premi Nobel), un documento pacifista che Bertrand Russel rese pubblico pochi mesi dopo. In questo testamento spirituale è scritto: «Noi rivolgiamo un appello come esseri umani a esseri umani: ricordate la vostra umanita’ e dimenticate il resto. Se sarete capaci di farlo è aperta la via di un nuovo paradiso».
Scrivendo di Einstein abbiamo parlato di luce e di pace e, dopo essere idealmente arrivati fino al paradiso, salutiamo ora i nostri lettori, sperando di ritrovarli tutti alla prossima pubblicazione mensile.