Quali speranze sulla fine del conflitto in Ucraina? 

Dopo un lungo periodo in cui le notizie erano giornalmente focalizzate sulla guerra in Ucraina, ora ci siamo quasi assuefatti a vedere in televisione immagini di carri armati e di resti di bombardamenti, e le affermazioni sulla necessità di aumentare le spese per gli armamenti ci sembrano normali conseguenze del conflitto in Europa.

La data del 24 febbraio 2022 è stata quella che ha segnato non l’inizio della guerra, già da anni in atto in Ucraina, ma la data della sciagurata decisione di Putin di far varcare all’esercito russo la frontiera ucraina, in uno scenario da terza guerra mondiale a pezzi: uno scenario su cui anche il Papa ha richiamato più volte l’attenzione, lasciando intendere che si tratta di una lotta per il riassestamento dei grandi poteri e delle influenze politiche a livello globale. E tutto ciò a discapito di gente comune, che suo malgrado si trova a subire violenze e gravi situazioni, come sempre capita durante i periodi di guerra. I rappresentanti degli Stati a parole sembrano volere tutti la pace, ma in realtà ognuno ha una propria particolare idea di pace: Putin, Zelensky, Biden, i rappresentanti dell’Europa e quelli della Cina ecc. si comportano come se la Pace potesse conseguirsi solo con la resa di qualcuno. E’ proprio la Diplomazia a rappresentare il primo dei fallimenti in questa assenza di dialogo tra le varie potenze coinvolte. Così la guerra in Ucraina è diventata oggi il più importante dei conflitti tra Stati, distogliendo l’attenzione dalle vere sfide globali che l’Umanità dovrebbe affrontare, quali la lotta al cambiamento climatico e la cura del Pianeta attraverso la biodiversità e la sostenibilità ambientale. Invece di investire nella causa ecologica, si propone l’incremento delle spese militari, favorendo l’escalation degli armamenti e l’aumento del rischio di catastrofe. Purtroppo nel conflitto in Ucraina da parecchi mesi si rileva una situazione di stallo da cui non sembra possibile uscire: la Russia non è disposta a lasciare quella parte di Ucraina considerata prevalentemente russofona e russofila (Donetsk e Luansk), mentre Zelensky continua a chiedere velivoli, caccia, droni e armi per resistere all’aggressione. Intanto l’UE tratta con Zelensky come se l'Ucraina facesse già parte dell’Unione e gli Stati Uniti vengono avvantaggiati sul piano internazionale dall’indebolimento della Russia. Come si potrà mai uscire da questa guerra? Una tregua sembra impossibile perché, se da una parte Zelensky si dice convinto di poter riuscire a ricacciare gli invasori, dall’altra i russi sono sicuri dell’esatto contrario. Inoltre la fine del conflitto è impedita da interessi contrapposti: la Russia ritiene che l’Ucraina non debba rientrare nella zona di potere della NATO, alleanza a carattere militare che, dopo lo smembramento dell’Unione Sovietica, si era impegnata a garantire che non si sarebbe espansa ad est. Invece successivamente ha allargato la sua area di influenza nell’est dell’Europa, tanto da obbligare la Russia a minacciare a più riprese che, in caso di ulteriore avanzamento dei confini della NATO, la reazione militare sarebbe stata inevitabile. Oggi Zelensky ottiene armi e caccia, si spera esclusivamente per la difesa, perché attaccare in territorio russo sarebbe una follia. Ma, come abbiamo visto nella Prima e nella Seconda guerra Mondiale, quando ci sono periodi di tensione, basta un nonnulla per far precipitare la situazione.

C’è qualche speranza? La gente comune comprende che non si dovrebbe cedere alla deriva delle armi e che la politica non può più prescindere da una Diplomazia pragmatica e di buon senso, che abbia come riferimento non le strisce di territori, ma le vite umane di chi le abita: questa è l’unica via di uscita in cui possiamo sperare NOI, GENTE DI PACE.

            

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