Biblioteche oggi: non solo libri. 

Le biblioteche pubbliche sono tra le istituzioni culturali più esposte ai cambiamenti della società attuale e alle pressioni evolutive che nuovi bisogni e nuove domande fanno emergere.
Il loro ruolo di presidi culturali a diretto contatto con la popolazione locale porta da un lato a incrementare la missione storica di conservazione del patrimonio librario, di promozione della lettura e prestito libri, dall’altro a incorporare momenti di formazione, servizi di orientamento, creazione di luoghi di socialità, fino a rappresentare uno dei punti di riferimento per la costruzione e la formazione della cittadinanza.
In molti paesi del nord Europa negli ultimi anni la grandi biblioteche si sono trasformate in centri cittadini polifunzionali, in grado di rispondere ad un complesso di domande della popolazione locale. E proprio questa vocazione al dialogo con gli utenti apre le biblioteche all’interazione con la cittadinanza. In altri termini, le biblioteche diventano istituzioni sempre più coinvolte nelle dinamiche culturali, a fianco e in interazione con le amministrazioni locali, e attraverso i loro servizi possono contribuire a diffondere anche uno sviluppo sostenibile della società.
Le biblioteche restano certamente importanti luoghi di conservazione della memoria del passato ma, per loro struttura, contribuiscono anche alla creazione e al divenire della cultura, dell’informazione e dell’educazione. Affinché cultura e creatività si radichino in un territorio è necessario che si sviluppi una “atmosfera” adatta e che siano presenti “reti creative”. Le biblioteche, come le scuole, sono soggetti essenziali da questo punto di vista, perché aumentano la predisposizione delle persone a investire nelle loro competenze conoscitive e invogliano a partecipare attivamente alla vita sociale e culturale, migliorando in tal modo tanto il potenziale individuale quanto il benessere collettivo. Per questo investire in biblioteche significa investire nella qualità della vita.
Oggi c’è la necessità di ripensare il ruolo e le funzioni della biblioteca nel nuovo contesto culturale e tecnologico: non si tratta però solo di ampliare l’offerta dei servizi utilizzando le risorse digitali (fruibili a distanza), ma anche di trasformare le biblioteche in luoghi di incontri per i cittadini intorno a tematiche e interessi vari. Tutto è “cultura” se “coltivato” dalla mente umana e sviluppato in modo da diventare condivisibile.
La biblioteca del futuro, anzi dei giorni nostri, dovrà quindi garantire non solo libri, giornali e risorse online, ma anche informazioni e spazi per incontri culturali e per momenti ludici o creativi. Non solo zone di silenzio, ma anche zone di socialità e di opportunità per costruttivi scambi di idee e di esperienze, a vantaggio dell’intera comunità. Non solo volumi cartacei e documenti da conservare, ma anche circolazione impalpabile di informazioni, idee, parole, suoni, immagini e di tutto ciò che, in senso lato, fa “cultura”.
Certo il materiale cartaceo non verrà “dismesso”: se mai i libri verranno esposti in maniera più evidente e proposti a rotazione in modo più dinamico, fermo restando che all’occorrenza tutto il patrimonio librario resterà sempre disponibile per l’utenza. Piuttosto, ad essere “dismessa” sarà l’idea della scarsa incidenza della cultura sulla collettività, garanti i cittadini fruitori delle nuove biblioteche.