In nome di Ilaria. Marzo 2019
Nella Giornata del Ricordo delle vittime innocenti di tutte le Mafie (21 Marzo), l'Associazione TeS - Tempo e Spazio si unisce idealmente all'Associazione Libera e a tutte le associazioni che operano in nome della speranza di una primavera della Verità e della Giustizia sociale, ricordando Ilaria Alpi.
Il 20 marzo 2019 è stato il 25o anniversario della morte di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin, la giovane giornalista italiana e l'operatore televisivo uccisi nel 1994 a Mogadiscio in un agguato. In 25 anni di indagini la Giustizia non ha potuto appurare le responsabilità, nè individuare i mandanti e gli esecutori di quel crimine. Ma è una certezza che Ilaria stava indagando su un traffico di armi e di rifiuti tossici tra Italia e Somalia, che coinvolgeva poteri forti, intenzionati a celare affari illeciti. Il 2 giugno 2018, la madre Luciana Alpi, che in tutti questi anni si era sempre battuta tenacemente per la verità, è deceduta senza aver avuto la consolazione di vedere i responsabili di quel delitto assicurati alla giustizia. Ma dei giornalisti colleghi di Ilaria hanno richiesto che il caso non sia archiviato, in nome della Legge e del Diritto all’Informazione.
Nell’articolo 21 della Costituzione italiana è scritto:
“Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione”.
Il diritto all’informazione, e cioè il diritto a dare e ricevere informazioni attraverso le notizie, garantisce la libertà e la pluralità di pensiero: perciò è importante che ci siano persone che cercano la verità, anche quando è scomoda, per farla conoscere al mondo.
Ma a volte questo diritto viene negato da uomini corrotti e, come Ilaria Alpi, altri giornalisti hanno pagato con la vita il loro coraggio: non solo molti inviati in zone di guerra, ma anche reporter delle cronache italiane, sulle tracce di malaffari tra politica e mafia.
Nomi come il giornalista Mauro Rostagno, ucciso per lo stesso caso su cui indagava Ilaria, o il radiocronista Peppino Impastato, che dalla sua Radio accusava la Mafia, e tanti altri. Tutti avevano qualcosa in comune con Ilaria Alpi: il desiderio di un mondo più giusto.
E basta ricordare i loro nomi per far riaffiorare le verità che volevano svelarci, o per renderci consapevoli delle ingiustizie della nostra società: il loro ricordo diventa simbolo di un impegno civile in nome della Giustizia.
L’esempio di Ilaria Alpi ci ha anche lasciato in eredità degli insegnamenti: la bellezza di fare bene il proprio mestiere, e la convinzione che è necessario lavorare affinché culture diverse si confrontino con rispetto.
Per ricordare Ilaria Alpi, giornalista coraggiosa e testimone di verità, sono nati un’associazione, un premio giornalistico e un sito a lei intitolati; le sono stati dedicati libri, film, conferenze, spettacoli teatrali e persino un fumetto e una canzone.
Nel 2008 l’allora Presidente della Repubblica Napolitano ha consegnato ai genitori, Luciana e Giorgio Alpi, la medaglia al valor civile alla memoria di Ilaria. E in tutta Italia molte vie, biblioteche e scuole, compresa la Scuola Secondaria di Trezzano Rosa, hanno preso il suo nome.
Così Ilaria Alpi continua a vivere ovunque, col suo ricordo, si voglia dare valore alla Verità e alla Giustizia.